Urologia

L’endoscopia urologica

La necessità di eseguire un esame invasivo endoscopico è data dalla possibilità di escludere una patologia neoplastica non sempre diagnosticabile con l’imaging (ecografia, tc, risonanza magnetica).
L’endoscopia urologica, cistoscopia o uretrocistoscopia e ureterorenoscopia diagnostica permette di visionare dall’interno l’uretra, la vescica, gli ureteri e le cavità calicopieliche renali.
Per il basso apparato urinario (uretra e vescica), viene utilizzato il cistoscopio; per l’alto apparato urinario (ureteri e pelvi) l’ureterorenoscopio.


Cistoscopia

Più propriamente detta Uretrocistoscopia, la Cistoscopia riveste un ruolo diagnostico e di follow up per il tumore vescicale, importante nella pratica clinica dell’urologo. La Cistoscopia permette allo specialista di valutare l’uretra e tutte le pareti vescicali.
L’esame si esegue ambulatorialmente, non necessita di anestesia (sedazione), tranne in casi particolari o di richiesta del paziente.
Non prevede nessuna preparazione da parte del paziente, tranne una profilassi antibiotica.

Ureterorenoscopia diagnostica rigida e flessibile

Le prime ureteroscopia diagnostiche furono realizzate prima da Marshall nel ’64 e poi da Lyon nel’78, ma le prime operative da Perez Castro nel’80.I rapidi progressi, e la messa a punto di ureteroscopi rigidi sempre più sottili hanno fatto scomparire la chirurgia a cielo aperto per quanto riguarda la calcolosi ureterale. Attualmente la semplicità, l’innocuità e l’efficacia di un esplorazione dell’uretere e della pelvi renale sotto visione è stata resa possibile dallo sviluppo di ureteroscopi rigidi, semi rigidi, e flessibili. Quest’ultimi permettono un’accurato controllo della pelvi e dei calici renali.
Quest’esame diagnostico viene comunque sempre eseguito o in sedazione o in anestesia loco regionale selettiva (spinale). Non può essere eseguito in ambulatorio, necessita di ricovero in day hospital o al massimo di una degenza di 2 giorni.
Le indicazione a tale esame diagnostico sono limitate e sono sempre di conferma ad un eventuale sospetto, dopo un URO TC con contrasto, per neoformazioni endoluminali e per eseguire un eventuale biopsia.
Altra indicazione in caso di ematuria monolaterale, con citologia selettiva negativa, e assenza di formazioni litiasiche.
Le complicanze come la stenosi ureterale è molto rara in quanto l’esame è abbastanza rapido, e il trauma ureterale modesto in mano di un operatore esperto.

Uroginecologia

Il ramo di UroGinecologia  si occupa quelle patologie che hanno la caratteristica di essere al confine tra le competenze della ginecologia e dell’urologia.
L’ uroginecologia o “urologia femminile” si occupa dei problemi inerenti all’area urogenitale della donna. E’ quindi un campo che può interessare urologi o ginecologi che hanno specifiche competenze in questo settore. A qualunque età una donna può avere bisogno dell’ Uroginecologo: basti pensare alla grande incidenza di problemi come la cistite, l’incontinenza urinaria, la Sindrome della Vescica Iperattiva e il prolasso degli organi pelvici.
Spesso i disturbi del pavimento pelvico femminile generano ripercussioni negative sulla qualità della vita; basti pensare a quello che comporta la perdita involontaria dell’urina come il profondo imbarazzo, e le varie reazioni di evitamento (vita sociale, lavoro e sessualità tra le altre).

 

L’incontinenza urinaria è cosi classificata:

 

  • Incontinenza urinaria da sforzo (50%)
  • Incontinenza urinaria da urgenza (20%)
  • Incontinenza urinaria mista (30%)

 

L’incontinenza da sforzo

 

E’ sostenuta da un difetto anatomico acquisito, come l’ incompetenza dello sfintere (“incontinenza da sforzo da deficit sfinterico) o l’ipermobilità uretrale, a sua volta provocata da un deficit dei tessuti di sostegno dell’uretra stessa. L’incontinenza urinaria da sforzo si manifesta all’aumento della pressione addominale sulla vescica in occasione di uno sforzo fisico (tosse, starnuto, risata, movimenti vari). La perdita involontaria di urina da sforzo è, nei casi più semplici, gestibile con una riabilitazione dei muscoli del pavimento pelvico. Questi esercizi vengono appresi dal paziente nel corso di sedute ambulatoriali con il fisioterapista e poi eseguiti autonomamente a domicilio.

 

L’incontinenza urinaria da urgenza

 

Si manifesta in corso di iperattività vescicale, quando si verifica una forte contrazione del muscolo della vescica, il detrusore, che non è controllabile volontariamente. La “ sindrome della Vescica iperattiva” è caratterizzata dalla presenza di urgenza minzionale, aumento della frequenza minzionale, con o senza incontinenza urinaria. Questa forma di incontinenza è gestibile, a vario grado, con farmaci che possono essere assunti per bocca (gli “antimuscarinici”) o iniettati nel muscolo della vescica nei casi più gravi (la tossina botulinica)

 

Incontinenza urinaria mista

 

Nell’incontinenza urinaria mista coesistono segni e sintomi di incontinenza da urgenza e da sforzo.

 

Prolassi Urogenitali

 

Il prolasso degli organi contenuti nella pelvi femminile (utero, vescica, intestino) si verifica quando questi perdono la propria posizione naturale e protrudono all’interno della vagina.

E’ una condizione molto attuale: oltre il 50% delle donne in menopausa presenta un prolasso, anche se solo il 10-20% lamenta dei disturbi significativi:

  • dolori cronici pelvici
  • sensazione di ingombro (di corpo estraneo) all’interno della vagina
  • sanguinamenti vaginali
  • disturbi minzionali: incontinenza urinaria o difficoltà di svuotamento della vescica. Talvolta il prolasso può “mascherare” l’incontinenza urinaria poiché comprime l’uretra e impedisce la perdita involontaria di urina che invece può manifestarsi dopo la correzione del prolasso.

disturbi intestinali (stitichezza).

Sistema a Radiofrequenza Plasmacinetico

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